Vicino a Faenza

Giovedì mattina ci muoviamo verso Faenza per andare a visitare un’azienda vinicola che produce una bellissima espressione di vini del territorio nati con filosofia completamente naturale. Ci ritroviamo nelle prima colline dell’appenino faentino e scopriamo in seguito, che siamo solo a 85 metri sul livello del mare. 

Una cosa che mi affascina di una certa viticoltura è il suo rapporto con la natura del territorio che abita. L’idea che il terreno sia vivo e che necessiti di cibo come qualsiasi altro essere vivente è bellissima e la trovo anche illuminante, soprattutto in questi anni di consapevolezza sulla crisi climatica che viviamo.

Siamo da Paolo Francesconi, viticoltore dagli anni 90 del secolo scorso, in via Tuliero a Faenza. 

Dal 1992 prende in mano l’azienda di famiglia, la certifica in regime biologico e nel 1999 partecipa ad un corso sulla biodinamica applicata alla agricoltura. Questo corso è per lui un passaggio fondamentale, qui impara l’importanza dei lieviti indigeni per il vino, cosa che dal 2005 utilizza per tutti i suoi vini, e apprende che il terreno ha bisogno di un certo tipo di alimentazione naturale, per poter dare una vita più forte e migliore alla vite. Così inizia la pratica del sovescio e del corno letame. 

Il sovescio è una pratica che mi affascina, perché vengono interrate nel suolo fra le vigne le piante che sono state coltivate tra i filari allo scopo di arricchire il terreno con dell’humus.

Il corno letame è una delle preparazioni più famose dell’agricoltura biodinamica ed è quasi magica ai miei occhi. Prevede che dei corni di bovino vengano riempiti di letame di vacca e poi sotterrati per tutta la stagione fredda, circa sei mesi. In questo modo il composto fermenterà e si trasformerà in humus perdendo completamente l’odore di letame e assumendo un profumo di sottobosco.

 Negli anni in cui inizia ad usare la biodinamica si confronta con un personaggio simbolo della viticoltura naturale italiana, Stefano Bellotti di Cascina degli Ulivi, un uomo considerato un pioniere della viticoltura naturale e un grande conoscitore della biodinamica. 

Paolo ci racconta come il terreno sia la prima cosa per i suoi vini e ci mostra un libro del 1950 del naturalista Pietro Zangheri, dove vi è uno studio sul suolo della Romagna e dove si evince che il terreno dell’azienda vinicola di Paolo è su un suolo definito “ferrettizato” dallo stesso Zangheri. In più ci mostra un cilindro di vetro con una carota del suolo, dal quale si può vedere benissimo su che tipo di terreno vivono le radici delle sue viti. Uno strato di terra e in fondo sassi, che a me ricordano il terreno di un fiume. 

Sul sito di Paolo Francesconi c’è questa definizione alla voce “Caratteristiche del suolo”:

I terreni sono argilloso limosi.
Pietro Zangheri nel libro “Romagna Fitogeografica” vol. 3 definisce questi terreni ferretti ” come fascia basale della pendice appenninica laddove con lievi pendenze va a sfumarsi nella pianura con la caratteristica della carenza di carbonato di calcio e la presenza di un colore bruno-rossastro o rosso-giallastro”.

www.francesconipaolo.it

Un’altra peculiarità di Paolo è l’attenzione alla sperimentazione e alle sfumature, in questi anni in cui il sughero è sempre più un problema, sia per la reperibilità che per i problemi di muffe, ci sono produttori come lui che sperimentano i diversi materiali, dal sughero, al vetro, al Normacorc nella sua versione vegetale e anche al tappo Stelvin (a vite). Infatti nei suoi prodotti si possono trovare tutti questi tipi di tappi e per alcuni vini ci sono le stesse annate chiuse con tappi differenti. Anche perché è solo con il tempo che si può davvero capire quali sfumature di ossigenazione avranno questi vini con le diverse chiusure. 

I vini che mi hanno emozionato della degustazione sono:

Limbecca Sangiovese Romagna Doc 2017
Bellissimo sangiovese, elegante con un bel frutto, una buona freschezza e dove non si sente il calore dell’annata calda.

Arcaica Vino Bianco 2020
Questo vino è un Albana secco con lunga macerazione sulle bucce ed è un vino incredibile, elegante, tannico e con una bellissima acidità.